Il patrimonio

Il patrimonio archivistico della Fondazione Primoli è costituito da diverse tipologie di documenti il cui nucleo originario è il materiale fotografico e documentario del conte Giuseppe Primoli.
Negli anni si sono venuti ad aggiungere altri fondi donati da studiosi e fotografi vicini alla Fondazione.

Fondo fotografico Giuseppe Primoli

Il Fondo Giuseppe Primoli (1851-1927) conserva materiali fotografici risalenti all'incirca agli ultimi vent'anni del XIX secolo, frutto dell'appassionata attività di fotografo del conte Giuseppe Primoli.

L'archivio si compone oggi di circa 13000 negativi su vetro con gelatina al bromuro d'argento, 318 cartoni, di grande e medio formato, ideati e preparati dallo stesso Giuseppe Primoli, con stampe all'albumina incollate – le uniche stampe originali realizzate dal conte, giunte sino a noi. A ciò si aggiungono diapositive su vetro, carte de visite, negativi su pellicola in nitrato di cellulosa e diversi album.

Il periodo di maggior attività fotografica del conte Giuseppe Primoli può essere ristretto attorno agli anni 1888-94, anche se la sua opera continuò certamente fino alla fine del XIX secolo e le ultime lastre sono databili attorno al 1905.

I soggetti sono diversi. Un nucleo molto consistente è rappresentato dalle vedute di Roma e delle sue trasformazioni urbanistiche. Diverse sono le “scene rubate” tra la gente comune, scattate a Roma, ai Castelli Romani, a Venezia, a Napoli e agli eventi di grande richiamo mondano, quali il pallone aerostatico di Godard (1889), il circo di Buffalo Bill (ai Prati di Castello nel marzo del 1890), la manifestazione per la giornata del 1° maggio 1891 a Roma, le nozze del principe di Napoli, gli incontri di cross-country o di caccia alla volpe nella campagna romana a cui partecipavano esponenti dell'aristocrazia e della cultura dell'epoca. Numerose immagini riguardano celebrità italiane e francesi, amicizie e parentele del conte (la principessa Mathilde Bonaparte e i suoi ospiti, i membri della famiglia Bonaparte, Robert de Montesquiou, Sarah Bernhardt, Alexandre Dumas figlio) ritratte nei momenti più diversi (durante le passeggiate nell'Agro romano o in visita ai Fori oppure alle corse a Tor di Quinto e alle Capannelle) o nei tableaux vivants (con Gabriele D'Annunzio, Giulio Aristide Sartorio, la Duse, la Serao, Napoleone Parisani, Cesare Pascarella…)

Fondo fotografico Milton Gendel

Il Fondo Milton Gendel (1918-2018) conserva materiali fotografici a partire dagli anni Trenta del Novecento fino al primo decennio degli anni Duemila. L’archivio si compone di circa 72.00 negativi, con relativi provini in pellicola di celluloide fino al 1954, in seguito in acetato (o diacetato) di cellulosa, poliestere e infine in formato digitale (dal 2002).

I primi nuclei fotografici sono reportage realizzati in Cina (1945-46), in Sicilia (1950) e in Puglia (1954). A partire dagli anni Cinquanta si trovano poi architetture, ritratti di artisti (tra questi Alberto Burri, Piero Dorazio, Toti Scialoja...) e paesaggi italiani. Nei decenni Sessanta e Settanta Gendel fotografa in particolare il jet-set internazionale, che frequenta anche grazie al suo matrimonio con Lady Judy Montagu. Molti i personaggi della cultura e dell’aristocrazia colti dal suo obiettivo (Peggy Guggenheim, la contessa Mimì Pecci Blunt, Princess Margaret d’Inghilterra, Eugenio Scalfari, Carlo Caracciolo…)


Archivio storico

Fondo Primoli

Alla morte del conte Primoli (1927), le sue carte passarono in proprietà alla famiglia dei conti di Campello, eredi universali del conte, che, nel 1965, hanno depositato il fondo presso la Fondazione. Tuttavia non tutto vi confluì: alcune lettere ed altri documenti furono annessi al Museo Napoleonico, dove si trovano tuttora, altri andarono dispersi.

Il fondo appare in gran parte legato alla persona del conte e alle sue amicizie. Esso consiste essenzialmente in lettere indirizzate al conte, da parte dei suoi numerosi amici, francesi e italiani, e da personalità del mondo politico, intellettuale e artistico dell'epoca.

Ma comprende anche moltissime altre lettere e carteggi dei suoi familiari e della sua vasta parentela romana e francese. Cospicuo è ad esempio il numero di lettere indirizzate alla principessa Mathilde Bonaparte, sua zia; alla sua morte il conte entrò in possesso delle sue carte, insieme con molti suoi libri. Si aggiunga che il conte riunì, attraverso lasciti e donazioni, o sue ricerche, anche lettere e documenti che riguardavano i suoi antenati.

Preponderante è dunque la presenza nell'Archivio di documenti relativi ai Bonaparte della prima generazione, ai loro legami, alle relazioni affettive e non, e, ovviamente, ai loro discendenti: Lucien e Alexandrine, Elise e Felice Baciocchi, Pauline e Camillo Borghese, Louis e Hortense Beauharnais, Jérôme e Federica del Württemberg, la principessa Mathilde e il suo salotto letterario, il fratello di lei, Jérôme, e la moglie Clotilde di Savoia, l'Imperatrice Eugénie e il Principe imperiale, e ancora, Désirée Clary e Joseph, i figli di Charles Lucien e Zénaïde, nonni del conte.

E ancora, la corrispondenza dei suoi genitori, Pietro e Charlotte Primoli , e le testimonianze lasciate dalla numerosa e composita famiglia di Charlotte, e ancora, la tante Julie e il suo circolo culturale, per arrivare ai tanti letterati e artisti, italiani e francesi, che il conte aveva frequentato: Scarfoglio, Deledda, D'Annunzio, Sartorio, Pascarella, De Bosis, Duse, Leoncavallo, Boito, Perodi, Bourget, i Goncourt, Dumas fils, Sarah Bernhardt, Mérimée, Hébert, Proust, Popelin e altri ancora.



Fondo Trompeo

Il fondo è stato donato da Vittoria Trompeo a Massimo Colesanti nel 1974. Per circa vent’anni è stato conservato presso l’Istituto di studi francesi dell’Università La Sapienza di Roma finché non è stato donato alla Fondazione Primoli, della quale Massimo Colesanti era divenuto presidente nel 1990. Con decreto del 15 dicembre 2005 della Soprintendenza archivistica per il Lazio è stato dichiarato di notevole interesse storico.

Il fondo conserva documentazione relativa ai corsi universitari tenuti da Pietro Paolo Trompeo, ai lavori di critica letteraria, con manoscritti e dattiloscritti, corrispondenza, studi e appunti su Stendhal e Giulio Salvadori, schedario generale e soggettario, note bibliografiche e appunti tematici, pubblicazioni a stampa, tra le quali gli articoli, il catalogo della biblioteca, alcune carte personali e miscellanea.